Paolo Picchio: «Senza il web mia figlia Carolina sarebbe viva. La sua generazione ha fatto da cavia»
Ana Maria Rus
Nel novembre 2012 Carolina Picchio , studentessa di Novara al primo anno di liceo, viene invitata a una festa a cui partecipa un gruppo di coetanei tra i 13 e 15 anni. Per una giovane appena entrata nell’adolescenza dovrebbe essere il primo di una lunga serie di inviti. Sarà, invece, l’ultimo. Carolina beve vodka e, mentre sta male, cinque ragazzi la trascinano in bagno, le dicono oscenità, mimano atti sessuali, girano un video con il cellulare. Lei è incosciente, loro ridono come fosse un
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