Mondiali 2026 Infantino e la Fifa alla Casa Bianca da Trump: il numero uno del calcio ha ormai uno status politico globale

Tamara Ceaikovski

Sono trascorsi tre anni da quel monologo di 61 minuti, alla vigilia del Mondiale in Qatar , con il quale Gianni Infantino entrò sulla scena della politica internazionale: «Oggi mi sento qatarino, arabo, africano, gay , disabile, mi sento un lavoratore migrante». Eppure la sua raccomandazione più accorata, in quel discorso che spaziava dal bullismo subito da bambino figlio d’immigrati in Svizzera fino all’ipocrisia dell’Europa neocolonialista , era di segno opposto: «Pensate solo al calcio,